Approvato il piano di monitoraggio delle acque

Nei giorni scorsi è stato reso noto il piano di monitoraggio delle acque da parte di Ispra e Arpat, mentre oggi sono ripartire le operazioni di flangiatura e pompaggio sui nove serbatoi di poppa della Concordia. L’obiettivo più imminente è quello di svuotare i serbatoi della poppa della nave entro domenica. Il 19 febbraio scorso inoltre si sono concluse le operazioni di svuotamento dei 6 serbatoi di prua, dentro i quali erano stipati 1.308,6 metri cubi di carburante pari al 67% del carburante, presenti a bordo della Concordia, come conferma in una nota la Protezione Civile.
Il pontone della Smit-Neri, che si è occupato delle operazioni, era rimasto in porto per evitare “qualsiasi interferenza con le delicate operazioni di recupero dei corpi” ma da oggi è tornato operativo e procederà allo svuotamento dei restanti 9 serbatoi che si stima contengano il 17% del totale del carburante. In questo modo, almeno il rischio inquinamento connesso a tali sostanze potrà essere presto archiviato.Intanto in queste ore il Commissario delegato Franco Gabrielli, insieme al Sindaco dell’Isola del Giglio è a colloquio con la popolazione per ascoltare le richieste dei cittadini e aggiornarli sugli interventi in corso.Inoltre nel corso di una riunione svoltasi la scora settimana, il piano è stato finalmente approvato. Oltre ad un monitoraggio di emergenza volto a valutare e ad arginare i principali rischi per l’ambiente, è stato predisposto anche un monitoraggio di indagine che farà una stima degli impatti dell’inquinamento accidentale arrecati all’ecosistema marino della zona.Come più volte abbiamo sottolineato, i rischi maggiori sono connessi allo sversamento di materiali inquinanti in mare, tra cui prodotti della raffinazione del petrolio e agenti chimici presenti avario titolo nella nave.
Il piano di monitoraggio inoltre avrà tre obiettivi: in una fase inziale definita “di emergenza” effettuerà azioni di sorveglianza vicino alla nave riguardo ad alcuni parametri della colonna d’acqua, al controllo di organismi e sedimenti, per avere un quadro della situazione: “Nelle prime 4 settimane, riguardo la colonna d’acqua, sono state individuate 2-4 stazioni immediatamente a ridosso del relitto ed 1-3 stazioni di ‘bianco’, inclusa la stazione posizionata presso il dissalatore. Per i comparti sedimento e biota sono state individuate ulteriori stazioni ed aree di indagine, nell’intento di registrare la contaminazione di base e lo stato di salute degli organismi e dei popolamenti bentonici particolarmente sensibili presenti nell’intorno del sito” si legge in una nota. Successivamente, nei 12 mesi di monitoraggio, la programmazione delle attività verrà rivista in base ai vari scenari di rischio connessi alle attività di recupero della nave.Il secondo ed il terzo obiettivo sono legati al monitoraggio d’indagine per segnalare le eventuali variazioni della qualità ambientale e i possibili impatti indotti su “acque, sedimenti e biota. Tale monitoraggio prevede indagini sugli EQB (macroalghe, posidonia, macroinvertebrati bentonici, fitoplancton) coralligeno, integrate con indagini chimiche idromorfologiche, ecotossicologiche e biologiche nell’area di indagine”, in 5 stazioni già predisposte: Porto Santo Stefano, Montecristo, Foce Bruna, Cala Forno, Elba Sud (Mola). In ciascuna stazione inoltre, verranno mensilmente prelevati campioni di acqua superficiale.