Il Ministero della Difesa si costituirà parte civile

Anche il Ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile nell’inchiesta sul naufragio della nave, schiantatasi nei pressi dell’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso, per far valere in giudizio eventuali danni ambientali. A renderlo noto è stato lo stesso Ministero con una nota.Intanto oggi continuano le ricerche degli altri 7 dispersi, dopo il ritrovamento di 8 cadaveri sul ponte 4 della nave, tra cui anche quello della più piccola tra le vittimeDayana Arlotti, di 5 anni. Sale così 25 il numero delle vittime accertate.In queste ore il ponte 3 sarà esaminato in lungo e in largo, perché proprio qui potrebbero trovarsi gli altri corpi secondo le segnalazioni fornite dai testimoni.Oggi si procederà anche all’autopsia delle vittime, presso l’ospedale di Grosseto. Si attende adesso che il governo possa presto predisporre l’annunciato decreto che detterà nuove regole e rotte per le navi le cui rotte attraversano “aree sensibili”, come il santuario dei cetacei e la laguna di Venezia, le aree naturali e le riserve marine.Di recente, Greenpeace ha fatto un inventario di tutti i veleni presenti a bordo della Concordia, chiedendo alle autorità maggiore precisione. Gli ambientalisti infatti ritengono imprecisa la lista di sostanze presenti a bordo della Concordia fornita dalla Protezione Civile.